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Riconoscere la Necessità di Cambiare: Un Percorso di Consapevolezza


Riconoscere che qualcosa debba cambiare è spesso più difficile di quanto si possa immaginare. L’essere umano ha una naturale inclinazione a preferire le soluzioni che richiedono meno sforzo, a prescindere dal fatto che queste possano risultare dannose per la propria evoluzione.

È sorprendente quanto siamo disposti ad adattarci a situazioni e abitudini tossiche, purché rispondano, anche temporaneamente, ai nostri bisogni. Spesso ci concentriamo solo sul risultato, senza soffermarci sul percorso intrapreso per ottenerlo. Eppure, proprio quel percorso riflette i valori su cui basiamo la nostra vita e che ci distinguono dagli altri.

Basta osservare alcuni recenti avvenimenti: a Napoli, futili motivi hanno scatenato aggressioni tra giovani, culminate nella tragica morte di alcuni ragazzi. Pur essendo naturale provare collera e rabbia, è preoccupante che queste emozioni si traducano in violenza, percepita spesso come unica valvola di sfogo.

Questi episodi derivano in gran parte dalla scarsa consapevolezza che abbiamo della nostra intelligenza emotiva. Non analizzando le proprie emozioni, l’individuo può facilmente interpretare male gli stimoli della realtà circostante, finendo per reagire in modi che risultano raccapriccianti persino nel mondo animale.

La capacità di conoscere e gestire le nostre emozioni è ciò che dovrebbe differenziarci dalle altre specie. Comprendere meglio le nostre emozioni ci consente non solo di evolvere individualmente, ma anche di accelerare l’evoluzione delle generazioni future, fondata sulla consapevolezza delle funzioni razionali e irrazionali della mente.

Molte persone sostengono che l'istruzione sia alla base dello sviluppo umano e del progresso dei Paesi. Tuttavia, essa deve essere accompagnata dall’educazione emotiva, non intesa soltanto come apprendimento di comportamenti sociali, ma come conoscenza e gestione dell’intelligenza emotiva.

Riflettendo sulla violenza tra i giovani, appare chiaro che, in molti casi, la causa sia la mancanza, da parte degli adulti, di una guida verso la consapevolezza di sé e delle proprie emozioni. Spesso, sono gli stessi adulti a rispondere in modo reattivo agli stimoli, preferendo eliminare il problema alla radice anziché gestire le emozioni che esso suscita. In questo modo, mostrano ai propri figli che l’unica soluzione è "eliminare" l’impulso, evitando un confronto diretto con le emozioni.

Ma questa non è una soluzione, poiché le emozioni sono sempre presenti nel nostro cervello, anche se l’impulso esterno viene rimosso. Le emozioni non dovrebbero essere percepite come una vulnerabilità: al contrario, dovremmo imparare a riconoscerle e a utilizzarle come strumento di crescita e di evoluzione.

Come singoli individui, abbiamo la responsabilità di concentrarci sulle nostre capacità emotive e di aiutare gli altri a comprendere l’importanza dei valori. Solo così possiamo cambiare i risultati e creare nuovi stimoli per entrare in un circolo virtuoso di miglioramento continuo.

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